«Il ragù vegano è il mio "punto zero". Essendo uno dei miei piatti preferiti - o, meglio, la lasagna alla bolognese è uno dei miei piatti preferiti -, è la prima ricetta che ho provato a veganizzare quando sono diventata vegana. Non volevo rinunciare a quel comfort food che mi accompagnava sin da bambina. Per me la lasagna voleva dire mia madre che il giorno prima di ogni festa preparava il ragù lasciandolo cuocere lentamente, voleva dire aiutarla e, un po' annoiata, stare a mescolare la besciamella sul fuoco per interminabili minuti, voleva dire l'intera tavola tappezzata di panni da cucina dove poggiare le sfoglie pronte sbollentate nell'acqua. E poi ancora voleva dire sedermi a tavola per pranzo, felice, sapendo che finalmente avrei riassaggiato quei sapori che amo così tanto, e che avrei potuto fare il bis la sera stessa, perché mia madre, sapendo quanto mi piacesse quel piatto, ne preparava due teglie. Così, nel lontano 2016, decisa a veganizzare il mondo, mi misi a cercare su internet un modo per cucinare il ragù vegetale e, con estrema felicità, scoprii non solo che era possibile, ma anche molto semplice.» Il cibo, attraverso le ricette, ci può portare in Paesi lontani, mai visitati, oppure ricondurci nei nostri luoghi del cuore, restituendoci profumi, sapori e colori che credevamo persi. Questo libro parla proprio di questo, di quei piatti che segnano la nostra vita, lasciando un marchio incancellabile nella memoria. Qui ogni ricetta, ogni "grande classico" italiano o internazionale, è anche un manifesto, il portavoce di una cucina vegetale cruelty free che ci dice che possiamo ritornare ai piatti delle nostre terre, dei nostri viaggi, della nostra memoria in un modo più etico, senza perdere sapori e profumi indimenticabili. Una rivisitazione che ad alcuni sembrerà un atto sovversivo. E invece è solo cucina vegetale che spacca.
In sintonia con la primavera, che offre un'abbondante e multicolore varietà di verdura e frutta, il volume raccoglie 80 ricette all'insegna di una cucina sana, equilibrata e stuzziccante. Dall'antipasto al dolce, senza dimenticare i vini da abbinare a ogni piatto, un giro del mondo goloso con un gran numero di proposte che attingono a culture italiane e straniere arricchite da curiosità legate agli ingredienti utilizzati.
All'idea del convento da sempre associamo l'immagine della privazione e della mestizia. Questo libro toglie alla cucina dei monasteri quella proverbiale cappa di tristezza e ci illustra una cucina infinitamente più ricca e sfiziosa di quanto pensavamo. Qui scopriremo ricette antiche, in cui i gusti robusti si combinano con una saggezza risalente a molti secoli fa. Da questo connubio nasce una cucina semplice e sana, in cui i piatti mantengono un forte contatto con la natura e diventano una proposta che sfida noi uomini del postmoderno a riscoprire noi stessi e la tradizione dei nostri antenati.
Ghiotto, anzi, ingordo. Non si sapeva controllare Jules Verne di fronte alle delizie della tavola. Ed era altrettanto avido di conoscenza scientifica: lo interessava tutto ciò che poteva alimentare le trame dei suoi romanzi. Le sue avventure permettono di tracciare un atlante dei sapori del mondo, di spezie e intingoli che oggi non stupiscono più, perché scrittori come Verne ci hanno accompagnato a capire che il viaggio è conoscenza, anche del gusto.
Un déjeuner sur l'herbe con Frida Kahlo oppure una gita fuori porta pensando ai film di Wes Anderson, ma anche un semplice picnic con le amiche, con i figli o in giro per il mondo. Questo libro offre consigli e suggestioni per organizzare l'evento perfetto senza lasciare nulla al caso: dalla check list degli utensili indispensabili fino alle astuzie e alle indicazioni pratiche per eventi che lasceranno a bocca aperta i vostri ospiti. Inoltre, il libro contiene tante ricette ideate per stupire, ma anche per risultare pratiche e facilmente trasportabili.
Settantasei ricette di antipasti, primi piatti, secondi piatti, verdure, dolci e bevande legate al tempo del Natale e selezionate dalle tradizioni di vari popoli e culture. Don Marcello Stanzione presenta l'origine della festa del Natale e della data scelta, il 25 dicembre, spiega la presenza degli angeli e racconta la storia del presepe, dalle origini alle varie rappresentazioni nel corso dei secoli. Le ricette, selezionate da Bianca Bianchini, sono presentate su due pagine, la prima contiene i dati per la realizzazione: tempo di preparazione, tempo di cottura, ingredienti, spiegazione del procedimento. Nella seconda pagina c'è sempre una fotografia che mostra il piatto pronto con un bollo in cui si consiglia il vino più adatto.
Il vino per imparare a sentire pensando e a pensare sentendo, il vino per esplorare il nostro rapporto con il sacro, il vino come prodotto della tecnica e della cultura di un territorio. I due autori fanno dialogare sul vino filosofia ed enologia, portando alla luce tutti gli stimoli intellettivi e le metafore che a esso sono legati. Giungendo, alla fine, a un insegnamento: che questo alimento liquido, dispensatore di pura energia, ci educa alla vita e al cambiamento.
La cucina ebraica è espressione quotidiana di credenze religiose ma anche di storia e cultura. Le ricette, tramandate di generazione in generazione, raccontano il passato di comunità e famiglie da ogni angolo del globo. Dovendo attenersi alle leggi alimentari della Kasherut, i cuochi ebrei hanno adattato le cucine locali alla propria cultura e viceversa, ricreando vecchie ricette in terre nuove e utilizzando gli ingredienti disponibili. Tra scelte dettate dalla religione e imposizioni dettate dalla necessità, hanno dato vita a ibridi deliziosi tra passato e presente, tutti con una storia da raccontare. Le ricette di questo libro propongono sapori da tutto il mondo, alternati a racconti che parlano di viaggi attraverso i continenti, feste religiose e di famiglia, separazioni e riunioni, guerra e pace.